«Dopo l’invenzione dell’elettricità, il mondo è appeso a un filo»
Constatazione terribile ed affascinante al tempo stesso.
Terribile per chi vuole che il mondo sia in perfetto ed incessante funzionamento, dotato di un’energia inesauribile in grado di accrescere all’infinito la volontà di potenza militare, politica ed economica. Allora quel filo va nascosto, va controllato, va sorvegliato, va protetto e difeso in tutte le maniere, perché dalla sua integrità dipende l’ordine nelle strade e nei mercati, nei ministeri e nelle banche, nei pensieri e nei sogni.
Affascinante per chi, sapendo che ad essere così appeso non è affatto il mondo, ma un determinato mondo (quello dell’autorità, della merce, dell’industria), vede nella fragilità del legame di questa robusta dipendenza una possibilità di porre fine alla civile obbedienza per fare ingresso nella libertà selvaggia. Allora quel filo va scoperto, nel duplice significato: va trovato e va aperto. Va individuato e va mandato in cortocircuito.
Perché quel filo, prima di offuscare le nostre coscienze permettendoci la comodità di avere a disposizione cibi freschi, case tiepide, divertimenti spettacolari, alimenta la distruzione del pianeta attraverso il saccheggio delle risorse naturali, l’avvelenamento delle acque, l’inquinamento dell’aria, scatenando guerre che provocano massacri ed esodi… per non parlare degli effetti che ha su esseri umani privati di ogni originalità ed autonomia mentre fungono da ingranaggi della riproduzione sociale. La potenza collettiva della mega-macchina si basa infatti sull’impotenza individuale di chi la serve — e viceversa.
Non ha senso attendere il collasso della civiltà, non ha senso attendere un movimento di protesta di massa che cerchi di impedirlo attraverso un cambio di governo, non ha senso misurare con precisione quanto dista l’apocalittico baratro che già si intravede davanti ai nostri occhi. Occorre bloccare tutto. Se non è la soluzione, di certo è una scommessa — quanto di più sensato si possa fare qui ed ora al fine di strappare il tempo e lo spazio necessari per sperimentare una vita che non conosca istruzioni d’uso. E per bloccare tutto vanno scoperti i fili che riforniscono di energia sia l’oppressione della politica che l’alienazione della società, sia la corsa agli armamenti che il corso dell’economia, sia il potere che la servitù.
È quel che tenteremo di fare in queste pagine, coniugando critiche e proposte, riflessioni e documentazioni, passato e presente. Chissà che lungo questo percorso non scopriamo anche un altro filo, quello che dà impulso all’azione legando cuore e testa, sensibilità e intelligenza. Dopo la notte più buia, l’aurora.
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